Saggi e contributi scientifici

Rating di impresa – Etica dell’algoritmo!


Abstract


Il Rating di impresa, previsto dal nuovo codice dei contratti pubblici (art. 83 c. 10), costituisce l’evoluzione normativa di un approccio di recente intrapreso dal Legislatore ed orientato ad una selezione di tipo dinamico sostanziale degli assetti organizzativi degli operatori economici, che aspirano a divenire contraenti della Pubblica Amministrazione.

Di fatto, il Rating d’impresa sottende appunto una valutazione, un giudizio che si fonda sull’analisi di alcuni indicatori reputazionali, in base ai quali e secondo un algoritmo di calcolo sarà possibile all’ANAC riconoscere in favore dell’operatore economico richiedente un determinato rating a sua volta suscettibile di subire revisioni con l’applicazione di penalità e/o premialità sul modello della <<patente a punti>> partendo da una soglia massima soggetta a monitoraggio periodico e destinata a decurtazioni automatiche al verificarsi di determinate circostanze modificative del corredo reputazionale.

La materia appare suggestiva e al tempo stesso complessa, per cui si condivide la  necessità invocata dall’ANAC di subordinare l’implementazione del sistema previo un periodo di sperimentazione dello stesso.

La possibilità di avere uno strumento di rendicontazione e certificazione etica e sociale, quale il Rating di impresa consente di dare attuazione compiuta al disposto dell’art. 41 della Costituzione e di valorizzare la dimensione sociale delle imprese, chiamate a tale scopo a garantire assetti organizzativi e standard minimi di qualità nell’ottica di impedire e/o limitare fenomeni corruttivi.

La sperimentazione del nuovo Sistema consentirà di verificare la solidità dello stesso a partire dall’applicazione dell’algoritmo di calcolo, che come direbbe il sociologo contemporaneo Stiegler interviene a trasformare profondamente il modo di vivere attraverso correlazioni predittive, attirandoci verso la medietà, il comportamento medio, che ci rende anonimi e noiosi.  

Tuttavia il mercato delle opere pubbliche avrebbe proprio bisogno di passare dal clamore dei numeri delle sentenze di condanna  per i reati contro la P.A. alla noia dei numeri dei modelli reputazionali che sanno tanto di legalità che come tutti i principi è anonimo perché di tutti.

Parole chiave


appalti; rating; gara

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